…combattere le abitudini !

29 giugno 2009

Tuttavia, molta gente passa i nove decimi della propria esistenza a immaginare ogni genere di avvenimenti spiacevoli, tutte le disgrazie che possono piombare su di loro e sulla loro famiglia, tutte le malattie che possono contrarre, tutte le sofferenze che dovranno forse sopportare.
“L’ ‘immaginazione’ e il ‘sogno’ sono esempi del cattivo funzionamento del centro intellettuale.
“L’osservazione dell’attività dell’immaginazione e del sogno costituisce una parte molto importante dello studio di sé.

“In seguito l’osservazione dovrà portarsi sulle abitudini in generale.

Ogni uomo adulto è intessuto di abitudini, benché il più delle volte non se ne renda affatto conto e possa anche affermare di non avere alcuna abitudine; che è un caso da escludersi.

Tutti e tre i centri sono pieni di abitudini e un uomo non può mai conoscersi senza aver prima studiato tutte le sue abitudini.

La loro osservazione e il loro studio sono particolarmente difficili perché, per vederle e per ‘constatarle’, occorre sfuggire ad esse, rendersene libero non fosse che per un solo momento.

Fin tanto che un uomo è governato da un’abitudine particolare, non può osservarla; ma fin dal suo primo tentativo, per quanto debole, di combatterla, egli la sente e la nota.

Per tale ragione, per osservare e studiare le abitudini, occorre cercare di lottare contro di esse.

Questo ci apre una via pratica di osservazione di sé.

Ho detto in precedenza che un uomo non può cambiare nulla in se stesso, che può soltanto osservare e ‘constatare’.

È vero.

Ma è anche vero che un uomo non può osservare e ‘constatare’ nulla se non tenta di lottare contro sé stesso, vale a dire contro le sue abitudini.

Questa lotta non può dare dei risultati immediati; essa non può condurre ad alcun cambiamento permanente o duraturo.

Ma rivela ciò che c’è da vedere.

Senza lotta, un uomo non può vedere di che cosa è fatto.

La lotta contro le piccole abitudini è molto difficile e molto fastidiosa, ma, senza di essa, l’osservazione di sé è impossibile.
“Fin dal primo tentativo di studio dell’elementare attività del centro motore, un uomo viene a urtarsi con le sue abitudini.

Per esempio, può voler studiare i propri movimenti e osservare come cammina.

Ma non riuscirà a far questo per più di un istante, se continua a camminare nel modo abituale.

Al contrario, se comprende che il suo modo di camminare è fatto di un certo numero di abitudini: passi di una certa lunghezza, una certa andatura, ecc. … e se tenta di cambiarla, cioè di camminare più o meno svelto, di allungare più o meno il passo, sarà capace di osservare sé stesso e di studiare i suoi movimenti quando cammina.
Se un uomo vuole osservarsi mentre scrive, deve notare il modo in cui tiene la penna e tentare di tenerla in modo diverso; allora l’osservazione diventa possibile.

Per osservarsi, un uomo deve cercare di non camminare nel modo in cui è abituato, di sedersi in modo inconsueto, deve stare in piedi quando ordinariamente sta seduto, sedersi quando abitualmente sta in piedi, fare con la mano sinistra i movimenti che è uso a fare con la mano destra e viceversa. Tutto ciò gli permetterà di osservarsi e di studiare le abitudini e le associazioni del centro motore.

“Nel campo delle emozioni, è molto utile tentare di lottare contro l’abitudine di dare immediatamente espressione alle emozioni sgradevoli.

Molte persone trovano assai difficile trattenersi dall’esprimere i loro sentimenti circa il cattivo tempo. E ancora più difficile non esprimere emozioni sgradevoli quando ritengono che l’ordine o la giustizia, così come li concepiscono, sono stati violati.

“La lotta contro l’espressione delle emozioni sgradevoli non è soltanto un eccellente metodo di osservazione di sé, essa ha pure un altro significato.

È una delle rare direzioni nelle quali un uomo può cambiare e cambiare le sue abitudini senza provocarne altre indesiderabili.

Per tale ragione l’osservazione di sé e lo studio di sé devono accompagnarsi fin dall’inizio ad una lotta contro l’espressione delle emozioni sgradevoli.
“Se segue tutte queste regole osservando sé stesso, un uomo scoprirà una quantità di aspetti molto importanti del suo essere.

Per cominciare, constaterà con chiarezza indubitabile, il fatto che, le sue azioni, i suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue parole sono il risultato di influenze esteriori, e che nulla proviene da lui.

Egli comprenderà e vedrà che è effettivamente un automa che agisce sotto l’influenza di stimoli esterni.
Egli sentirà la sua completa meccanicità.

Tutto accade, l’uomo non può ‘fare’ nulla.

È una macchina comandata dall’esterno da chocs accidentali.

Ogni choc richiama alla superficie uno dei suoi ‘io’.

Un nuovo choc, e questo ‘io’ scompare, un altro prende il suo posto.

Un altro piccolo cambiamento nel mondo che lo circonda, ed ecco ancora un nuovo ‘io’.
“L’uomo comincerà da quel momento a capire che non ha il minimo potere su sé stesso, che non sa mai ciò che potrà dire o fare un momento dopo, che non può rispondere di sé stesso, non fosse che per qualche istante.

Capirà che, se rimane lo stesso e non fa nulla di inatteso è semplicemente perché non si verifica alcun cambiamento esteriore inatteso.

Capirà che le sue azioni sono interamente comandate dalle condizioni esterne e che non ha in sé nulla di permanente dal quale possa venire un controllo, non una sola funzione permanente, non un solo stato permanente”.

Tratto da Ouspenski :    frammenti di un insegnamento iniziatico sconosciuto


Omnes isti…

18 giugno 2009

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Omnes isti in generationibus gentis suae gloriam adepti sunt et in diebus suis habentur in laudibus


l’annebbiamento della devozione

8 marzo 2009

L’annebbiamento della devozione induce molti discepoli in prova a vagare nel mondo del desiderio.

Influenza soprattutto chi è di sesto raggio, che ora è particolarmente intenso data la sua lunga attività durante l’era dei Pesci che rapidamente tramonta.

Oggi è uno dei più potenti annebbiamenti per gli aspiranti veramente devoti a una causa, a un istruttore, a un credo, a una persona, a un dovere o a una responsabilità.

Riflettetevi.

L’innocuo desiderio idealistico 78 che li assorbe diviene dannoso tanto per loro che per altri, perché cadono preda dell’annebbiamento mondiale, che in essenza è la nebbia del desiderio. Qualsiasi desiderio intenso che offuschi la visione, che chiuda l’uomo nell’angusto cerchio del desiderio di soddisfare il suo sentimento di devozione è un ostacolo non minore di ogni altra illusione, e anche più insidioso per le belle colorazioni assunte dalla nebbia che ne risulta.

L’uomo si perde in una estatica nebulosità di sua creazione, emanante dal suo corpo astrale, per il sentimentalismo di cui avvolge il proprio desiderio e la propria devozione verso l’oggetto della sua attenzione.

TRATTO DA Alice Bailey   l’illusione quale problema mondiale


S.Celestino V e la sua Bolla Inter sanctorum solemnia

29 gennaio 2009
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« Celestino vescovo, servo dei servi di Dio, a tutti i fedeli di Cristo che vedranno la presente lettera, salute e apostolica benedizione.Tra le solennità dei Santi, è da annoverare, tra le più importanti, quella di San Giovanni Battista, in quanto questi, pur provenendo dal grembo di una madre sterile per vecchiaia, tuttavia fu fertile di virtù e fonte eloquente di sacri doni, voce degli Apostoli avendo concluso il ciclo dei profeti, annunziò la presenza di Cristo, lucerna del mondo offuscato, sulla terra ricoperta dalle tenebre dell’ignoranza, mediante l’annuncio del verbo e mediante miracolose indicazioni, onde per cui segui il suo glorioso martirio misteriosamente ordinato dall’arbitrio di una donna impudica. Noi che nel giorno della decollazione dello stesso Santo, nella chiesa aquilana di S. Maria di Collemaggio, dell’Ordine di San Benedetto, ricevemmo l’insegna del diadema posta sul nostro capo, desideriamo che sia onorato con più venerazione mediante inni, canti e devote suppliche dei fedeli. Affinché, adunque, in detta chiesa, la festività della decollazione di S. Giovanni sia esaltata con particolari onoranze e tanto più devotamente e tanto più ferventemente sia celebrata con il concorso devoto del popolo di Dio, quanto più in tale chiesa la supplice preghiera di coloro che cercano il Signore troverà le gemme risplendenti dei doni spirituali della Chiesa, che gioveranno nei tabernacoli eterni, per la misericordia di Dio onnipotente e confidando nell’autorità dei suoi beati apostoli SS Pietro e Paolo, annualmente assolviamo dalla colpa e dalla pena, che meritano per tutti i loro peccati, commessi fin dal battesimo, tutti coloro che veramente pentiti e confessati saranno entrati nella predetta Chiesa dai vespri della vigilia della festività di S. Giovanni fino ai vespri immediatamente seguenti la festività.

Dato in L’Aquila, il 29 settembre nell’anno primo del nostro pontificato »

tratto da wikipedia
(Papa Celestino V; 29 settembre 1294.)


S.Bernardo di Chiaravalle

12 gennaio 2009

… “Dio sapeva bene che la creatura è di carne e che essa non è capace che di un amore carnale, cioè che essa avrebbe dato tutto il suo slancio soltanto verso un amore salvifico della sua carne.

Egli conosceva bene il cuore dell’uomo; sapeva bene, perciò, quali mezzi fossero capaci di scuotere i sentimenti dell’uomo.

Volendo dunque riconquistare la nobile creatura dell’uomo Dio disse: Se la costringo contro la sua volontà, ne otterrò solo un asino e non un uomo.

Egli non tornerà me liberamente (libens) né spontaneamente (spontaneus), e non potrà dire: di tutto cuore ti offrirò un sacrificio (sal,.53,8).

E io dovrei dare il mio Regno a degli asini?  Che forse Dio ha cura dei buoi?

Cercherò allora – Dio continuò – di farlo ritornare a me mediante il timore.

Forse così riuscirà a convertirsi e a vivere.

E Dio minacciò all’uomo i castighi più terribili, che si possano immaginare: tenebre eterne, vermi immortali e fuoco inestinguibile.

Ma anche così l’uomo non fece ritorno a Dio.

Allora Dio si disse: L’uomo non è soltanto un essere pauroso; è anche un essere avido: Gli prometterò ciò che egli desidera di più.

Gli uomini bramano oro e argento e cose simili; ma più di tutto bramano vivere.  Su questo non c’è dubbio!

E’ del tutto chiaro!  E Dio aggiunse: Se gli uomini desiderano questa vita terrestre, misera, faticosa e precaria, quanto più desidereranno la mia vita, tranquilla, eterna, beata.

E Dio promise all’uomo la vita eterna; promise ciò che mai occhio ha visto, ciò che mai orecchio ha udito, ciò che mai il cuore dell’uomo ha sognato.

Ma Dio si accorse che anche così non si approdò a nulla.

E Dio disse: Non mi resta che un’ultima cosa.

L’uomo non ha soltanto paura e desiderio, ma anche amore.

E nessun’altra cosa è più forte dell’amore, per attirarlo.

Per questo motivo Dio è venuto nella carne e si è manifestato così amabile, di un amore tale, maggior del quale nessun può avere.

E ha dato la sua vita per noi” (De diversis 29,3).

Dio, perciò, ha scelto la via dell’incarnazione non perché non potesse restaurare in altro modo la sua opera, il suo progetto sull’uomo, ma perché bisognava far toccare con mano all’uomo carnale tutto ciò che può contenere di amore il cuore di un Dio che è carità (Sul cantico, 11,7).

TRATTO DA : la spiritualita’ di S.Bernardo, di Padre Giovanni Lunardi


karma

5 gennaio 2009

” KARMA

Rifletti assieme a me come l’esistenza individuale sia una corda tesa dall’infinito all’infinito, che non ha né principio né fine e che non può essere spezzata.

Questa corda è formata da innumerevoli tenui fili, che attorcigliati strettamente insieme formano il suo spessore.

Questi fili sono incolori, perfetti nelle loro qualità di dirittura, forza ed eguaglianza.

Questa corda, passando come fa per ogni dove, è soggetta a strani accidenti.

Molto spesso un filo si impiglia e rimane attaccato o forse solo violentemente strappato dalla sua retta via.

Per lungo tempo allora è scompigliato e scompiglia il tutto.

Talvolta uno di essi viene insudiciato o sporcato da un certo colore così la macchia non solo si propaga oltre il punto contaminato, ma si comunica anche agli altri fili.

Rammenta che i fili sono viventi – sono come fili elettrici, anzi di più, sono simili a nervi vibranti.

Quanto lontano può esser allora propagata la macchia e comunicato il violento strappo!

Ma alla fine i lunghi capi, i fili viventi che nella loro ininterrotta continuità formano l’individuo, passano dall’ombra allo splendore.

Allora i fili non rimangono più incolori, ma d’oro.

Ancora una volta stanno insieme in modo regolare, ancora una volta l’armonia è ristabilita tra loro e da quell’armonia interna è percepita un’armonia ancora più grande.

Quest’illustrazione rappresenta solo una piccola porzione, una singola parte della verità; meno che un frammento.

Nonostante ciò, soffermati su di essa perché con il suo aiuto riuscirai a comprendere maggiormente.

Ciò che anzitutto è necessario capire è che il futuro non è formato arbitrariamente dagli atti isolati del presente, ma che tutto il futuro rimane in ininterrotta continuità col presente, così come il presente col passato.

Su un certo piano e da un certo punto di vista l’illustrazione della corda è corretta.

Viene detto che anche un poco d’attenzione all’Occultismo produce grandi risultati karmici.
Ciò avviene perché non è possibile dare la benché minima attenzione all’Occultismo senza compiere una scelta definitiva tra quello che viene chiamato comunemente il bene ed il male.

Il primo passo in occultismo porta lo studente all’albero della conoscenza.

Egli deve cogliere e mangiare: deve fare una scelta.
Non ha più l’opzione dell’indecisione dell’ignoranza.

Egli avanza sul sentiero buono o su quello cattivo.

E l’incedere definito e conscio sull’uno o sull’altro dei due sentieri produce un grande risultato karmico.

La massa degli uomini cammina esitando, incerti di quale sia la meta cui anelano.

Il loro standard di vita non è definito, e di conseguenza il loro Karma opera in maniera confusa.
Ma allorquando la soglia della conoscenza sia raggiunta, la confusione comincia a diminuire e di conseguenza i risultati karmici aumentano enormemente poiché agiscono su tutti i piani nella medesima direzione.
L’occultista non può essere un tiepido senza entusiasmo, né può tornare indietro dopo aver varcato la soglia.
Questo sarebbe impossibile come all’uomo tornare fanciullo.

L’individuo è arrivato ad uno stato di responsabilità perché è cresciuto, e non può rinunciarvi.

Colui che vuol fuggire alla schiavitù del Karma deve innalzare la sua individualità dall’ombra alla luce; deve elevare la sua esistenza in modo tale che questi fili non vengano più in contatto con sostanze contaminanti, che non diventino cosi assaliti da poter essere sviati dalla retta via.

Egli semplicemente s’innalza al di fuori della regione in cui opera il Karma.

Per questo egli non lascia l’esistenza che sta vivendo.
Il terreno può essere scabroso e sporco, o pieno di rigogliosi fiori il cui polline macchia, e di dolci sostanze che appiccicano e diventano attaccamenti – ma al di sopra dei quali vi è sempre il cielo libero.

Colui che desidera essere senza Karma deve ricercare l’aria quale sua dimora e dopo l’aria l’etere.
Colui che desidera costituirsi un buon Karma andrà incontro a varie illusioni e nello sforzo di seminare in abbondanza per il proprio raccolto, potrebbe piantare migliaia delle erbe malvagie fra le quali anche una gigantesca.

Non desiderare seminare seme alcuno per il tuo proprio raccolto: desidera solo seminare quel seme il cui frutto nutrirà il mondo.

Tu sei parte del mondo, nutrendolo nutri te stesso.

Eppure anche in questo pensiero si nasconde un grande pericolo che prova il discepolo che per lungo tempo credette di lavorare per il bene, mentre nel profondo l’anima sua lo considerava solo del male.
Questo perché pensava di essere proteso a beneficare grandemente il mondo, mentre per tutto quel tempo aveva abbracciato inconsciamente l’idea di Karma ed il beneficio per cui lavorava era quello per se stesso.

Un uomo può rifiutare di permettersi di pensare alla ricompensa, ma col rifiutarla dimostra il fatto che la desidera.

Quindi è inutile per il discepolo cercare d’imparare tramite una verifica imposta su se stesso.

L’anima deve esser sciolta da vincoli, liberi dunque i desideri.

Ma finché non si permane in quello stato in cui non esiste né ricompensa né punizione, né bene né male, è vano sforzarsi.

Potrà sembrare che faccia grandi progressi, ma un giorno o l’altro si troverà a confrontarsi con la propria anima e riconoscerà che quando giunse sotto l’albero della conoscenza scelse il frutto amaro e non quello dolce.

Allora il velo cadrà completamente, rinuncerà alla propria libertà e diverrà schiavo del desiderio. Perciò ritieniti avvertito, tu che sei sul punto di intraprendere la via dell’occultismo.

Impara subito che non vi è rimedio per il desiderio, non vi è rimedio per l’amore di ricompensa, non vi è rimedio per il dolore della bramosia, salvo che nel dirigere la vista e l’udito su ciò che è invisibile e inaudibile.

Comincia fin d’ora a praticare in questo modo e mille serpenti saranno tenuti lontani dal tuo sentiero.

Vivi nell’eterno.

L’operare delle attuali leggi del Karma non può essere compreso fin quando il discepolo non abbia raggiunto un punto in cui esse non possono più toccarlo.
L’iniziato ha il diritto di domandare i segreti di natura e di conoscere le regole che governano la vita umana.
Ha ottenuto questo diritto perché è sfuggito ai limiti della natura e si è liberato dalle regole che governano la vita dell’uomo.

Egli è divenuto parte riconosciuta del divino elemento e non è più toccato da ciò che è temporaneo.

È allora arrivato alla conoscenza delle leggi che governano le condizioni temporanee.

Perciò tu che desideri comprendere le leggi del Karma, tenta prima di liberarti da quelle leggi; ma questo può esser fatto solo fissando la tua attenzione su ciò che da tali leggi non è toccato”.

estratto da:  la luce sul sentiero


Gesu’ il Cristo

22 dicembre 2008

gesu


ENERGIA ASTRALE E PAURA

14 dicembre 2008

293       Il  soggetto  che  prenderemo  in  considerazione  ora  e soprattutto  di  applicazione  pratica,  poiché concerne il corpo astrale, quello in cui l’uomo è prevalentemente polarizzato e del qua- le è maggiormente e fortemente conscio rispetto agli altri corpi. Il corpo eterico è veramente  sotto la soglia della coscienza. Gli esseri umani sono inconsapevoli del passaggio delle forze  attraverso questo veicolo e si avvicinano a questo riconoscimento quando parlano in termini di  vitalità o mancanza di vitalità. Il corpo fisico si fa sentire quando qualcosa è fuori posto o  quando uno dei suoi appetiti chiede di essere soddisfatto. La situazione è diversa riguardo al  corpo astrale, poiché è il veicolo d’esperienza per la maggioranza e pochi sono coloro che non  passano la maggior parte della loro esistenza cosciente a registrare le reazioni di quel corpo e  vibrando fra i due poli di felicità o infelicità, di soddisfazione o insoddisfazione, di certezza o  dubbio, di coraggio o paura. Ciò significa in realtà che la forza e la vita inerenti al veicolo e- motivo senziente governano l’espressione della vita e plasmano l’esperienza dell’anima incar- nata.
Vale quindi la pena di capire qualcosa di queste forze, da dove provengono e come agi- scono e reagiscono sull’uomo.

Questo è il suo campo di battaglia, ma anche quello della vitto- ria.

Tanto  per  cominciare,  è  consigliabile  tener  presente  che  tutta  l’energia  astrale  fa  parte  dell’energia astrale del sistema solare e quindi:
l. Il corpo senziente di un essere umano è un atomo di sostanza nel corpo senziente del Logos planetario.
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2. Il corpo senziente (termine che preferisco usare invece di astrale) del Logos planetario è  un aspetto – non un atomo – del corpo senziente del Logos solare.

3. Questo a sua volta è influenzato da forze senzienti emananti da vasti centri d’energia  completamente al di fuori del nostro sistema solare e ne è canale. Tenendo presente questo fatto, appare evidente che l’uomo, non essendo che un minuscolo frammento di un insieme più  vasto, a sua volta incorporato in un veicolo ancora maggiore, è il punto d’incontro di forze più  grandi e più diversificate di quanto il suo cervello sia in grado di riconoscere.

Da ciò deriva la  complessità del suo problema, ma si profilano anche tutte le possibilità che scaturiscono dalle espansioni di coscienza che chiamiamo iniziazioni.

Ogni corrente d’energia che fluisce attraverso il suo corpo di desiderio e di reazione senziente non è che un sentiero che lo conduce a  contatti e realizzazioni sempre più vasti.

Inoltre, la salvaguardia per la maggioranza degli esseri umani sta nel fatto di possedere, per il momento, un apparato inadeguato a registrare e memorizzare le infinite possibilità offerte da quelle vie di realizzazione.

Fintanto che il suo apparato mentale non sia sufficientemente risvegliato e dominato, all’uomo è impossibile interpretare giustamente e utilizzare correttamente le informazioni che il suo corpo di risposta sensibi- le potrebbe trasmettergli, ma che fortunatamente ancora non gli trasmette.

A parte la circola- zione costante d’energie planetarie, solari e cosmiche attraverso il suo corpo astrale, ogni esse- re umano ha tratto dal più grande Tutto l’energia astrale sufficiente a costruire il proprio corpo astrale individuale e separato, che risponde alla sua nota peculiare, è caratterizzato dalla sua  qualità  particolare  e  lo  limita o meno,  secondo il  punto  da  lui  raggiunto  sulla  scala  dell’evoluzione.

295       Ciò costituisce il suo anello invalicabile astrale, che definisce i limiti della sua risposta  all’esperienza dell’esistenza, che incorpora nella sua qualità la sfera della sua vita di desiderio,  ma che al tempo stesso è capace d’immensa espansione, di sviluppo e dominio sotto l’impulso  del  corpo  mentale  e dell’anima.

Esso  è  soggetto  anche  ad  una  attività  vibratoria risultante  dall’interazione con l’esperienza della vita sul piano fisico; in tal modo è messa in moto la  grande ruota dell’esperienza, che persisterà fintanto che le quattro Nobili Verità del Buddha  non saranno comprese e realizzate.

In questo corpo astrale si trovano le controparti dei centri laya o eterici, attraverso i quali le forze ed  energie di cui abbiamo trattato fluiscono nel corpo eterico.

I centri portano energie, provenien- ti dai sette pianeti e dal sole, a ogni parte dell’organismo astrale, mettendo così l’uomo in rap- porto con tutte le parti del sistema solare.

Ne risulta la determinazione del destino della vita di  un uomo fino al momento in cui egli, risvegliandosi alla comprensione della sua eredità im- mortale,  non  diviene sensibile  a  forze  finora  ignote  alla  maggioranza  e  che emanano  dalla  forma.

Questo è il motivo per cui un oroscopo offre frequentemente una descrizione molto  precisa dell’uomo poco evoluto e non ancora risvegliato, ma risulta errato e impreciso nel caso  di un uomo altamente evoluto.

L’uomo e, in generale, ciò che i suoi desideri fanno di lui.

Più  tardi, “come un uomo pensa, tale egli è.”

Il corpo astrale, con i suoi desideri e appetiti, i suoi  umori, sentimenti e le sue brame insaziabili plasma il corpo fisico mediante le forze di attra- zione che fluiscono attraverso esso, guidando infallibilmente l’uomo allo esaudimento dei suoi  desideri.

Se i desideri insaziabili della natura senziente sono prevalentemente rivolti ad obiet- tivi animaleschi, avremo l’uomo dai forti appetiti la cui vita sarà dedicata unicamente a soddi- sfarli.

Se i desideri tendono alla comodità e alla felicità, avremo un uomo sensuale, amante del  bello e del piacere, governato praticamente soltanto dallo sforzo egoistico.

296       Si passa così attraverso tutta la gamma di desideri buoni, cattivi e mediocri, finché non avviene il riorientamento che rifocalizza le energie astrali volgendole in una direzione diversa.

Il desiderio diventa aspirazione.

In tal modo si perviene alla liberazione dalla ruota della vita e  l’uomo è esentato dalla necessità di reincarnarsi.

A questo punto l’oroscopo, come è inteso o- ra,  risulta  futile,  errato  e inutile;  il  termine  talvolta  ed  erroneamente  usato  di  “oroscopo dell’Ego o dell’anima” non ha alcun significato.

L’anima non ha un destino individuale, ma è  immersa nell’Uno.

Il suo destino è quello del gruppo e del Tutto; il suo desiderio è il compier- si del grande Piano e la sua volontà è la glorificazione del Logos incarnato.

Vorrei suggerire agli studenti la lettura del libro La Scienza delle Emozioni di Bhagavan  Das.

È un valido trattato sul corpo astrale e senziente e parla dei fattori che riguardano più da  vicino l’aspirante quando è di fronte al problema di comprendere e governare la sua natura  emotiva, di impadronirsi della tecnica di sviluppo, di riorientarlo verso un’esperienza più vasta  e prepararlo  alle  prove  ed  espansioni  della  seconda  iniziazione maggiore,  il  Battesimo  e l’ingresso definitivo nella corrente.

In senso metaforico, l’esperienza immediata sul Sentiero è  espressa nelle frasi esoteriche che seguono:
“Quando la corrente entra nel Fiume della Vita, il suo passaggio è scorto per un breve istan- te poi si perde. Quando le correnti della vita senziente s’incontrano dove il fiume passa ai pie- di imponenti della montagna, si scorge un’ampia corrente che scorre verso il nord.”

297       La simbologia di queste parole è evidente e può anche servire a descrivere il flusso delle  due correnti, Ida e Pingala, e la loro fusione nel fiume d’energia che sale alla testa.

Lì è il punto d’incontro, lì avviene il sacrificio compiuto sul Golgota (il posto del cranio).

Nello studio del corpo senziente di un essere umano aiuterò probabilmente nel migliore dei  modi considerandone gli umori e le espressioni comuni, poiché solo osservandone gli effetti e  cercando di padroneggiarli l’uomo giungerà a conoscere se stesso e diverrà un Maestro.

Le  manifestazioni più comuni dell’attività astrale sono:
I   Paura
II. Depressione o il suo polo opposto, euforia.
III.Desiderio di soddisfare gli appetiti animali.
IV. Desiderio di felicità.
V. Desiderio di liberazione. Aspirazione.

Queste cinque manifestazioni riassumono praticamente la maggior parte delle esperienze  senzienti dell’uomo e le prenderemo in considerazione singolarmente sotto i seguenti aspetti:
l. La causa.
2. L’effetto.
3. Il metodo per dirigerle.

Noterete che dico ‘metodo per dirigerle’ e non metodo per dominarle.

Gli aspiranti devono imparare che lavorano con forze e in mezzo a forze e che l’attività giusta o errata sul piano fi- sico è dovuta semplicemente alla direzione giusta o errata delle correnti di forza e non a carat- teristiche giuste o errate inerenti alle energie stesse.

tratto da A.B.  t.M.B.


appunti

7 dicembre 2008

L’EDIFICAZIONE DEGLI ORGANI FISICI E DEGLI ORGANI ANIMICI

Cosi come nel tempo, grazie alle forze del cosmo e della Terra, l’organismo umano si è strutturato e suddiviso in vari organi prendendo dalla propria materia fisica la sostanza per edificarli e differenziarli, egli deve trarre dalla propria anima, ossia dalla propria sostanza animica, le forze atte, a strutturare organi e sensi animici.

Nell’edificazione degli organi corporei non ha partecipato coscientemente: alla formazione dei suoi organi animici deve lavorare ora coscientemente.

Gli Dèi lo hanno in passato aiutato: per tale lavoro egli deve ora fare da sè.

L’anima umana, quale è strutturata al tempo attuale, è un organismo quasi indifferenziato, omogeneo; l’uomo deve tendere a creare delle differenziazioni della sostanza astrale, in modo che esse divengano organi atti a percepire in modo differenziato il mondo spirituale.

Il primo passo per compiere ciò si attua nella conquista di un pensare diverso, di un tutt’altro ordine di pensieri.
L’indagatore deve arrivare all’esperienza reale del pensiero oggetto; trattare i pensieri come se fossero cose esterne che non gli appartengono: come se pensando un fiore, egli sapesse di stare guardando una fotografia posta di fronte ai suoi occhi interiori: null’altro.
Se ci si pone davanti ad un fiore reciso, ad una foglia, ad un frutto, un seme, ci si deve fortemente sentire: “questa cosa non è reale; reale è tutta la pianta, la sua intera idea. Questa non è un frammento della sua realtà. Io sono cosciente di ciò e sto partecipando con tutto il mio essere al grado di irrealtà di questo fenomeno.”

I PENSIERI SONO ORME SULLA SABBIA CEREBRALE

Gli scienziati dicono che i pensieri sono una produzione, una secrezione del cervello.
E’ un po’ come affermare: “ho trovato delle orme sulla sabbia.

Probabilmente esse si sono formate a causa di particolari forze terrestri che si sollevano e si abbassano, capaci di produrre la forma di quelle orme.”
In realtà invece quelle orme le ha prodotte un uomo, non le forze misteriose della terra.
A quanto si vede, tutto è spiegabile, anche se le soluzioni sono più difficili da formulare e da inventare, rispetto ciò che è la pura realtà.

Così come le mie impronte corrispondono ai miei passi, a nel cervello i pensieri sono le “impronte” lasciate dalla mia anima: il prodotto dell’attività di “impressione” della mia anima.
Come la terra non produce impronte da sè e non è neppure la causa del mio camminare ma solo l’effetto risultante dal mio incedere, allo stesso modo il cervello non è l’artefice dei miei pensieri.
E’ soltanto il terreno su cui si possono esprimere visibilmente i pensieri che la mia anima ha prodotto: senza di esso io come uomo non potrei mai assurgere ad uno stato di coscienza cosciente di me, ma rimarrei in me in uno stato di sogno; i miei pensieri animici, privi di cervello su cui poggiare sarebbero incapaci di farmi sperimentare una sensazione reale di ciò che si intende per autocoscienza.

Tratto da uno studio steineriano di tiziano bellucci