mercoledì 31 dicembre 2008

gli Angeli e l'uomo

..." Negli Angeli l’amore è sviluppato fin quasi alla perfezione;

nell’uomo l’amore non è sviluppato quasi per nulla ed è confuso con molte altre entità che sgorgano dai regni del desiderio.

A differenza degli angeli l’uomo non ha ricevuto il dono dell’amore puro: per poter progredire deve perfezionarsi fino ad imparare ad amare senza condizioni e senza desiderio" .

Mark Hedsel : l'iniziato

mercoledì 17 dicembre 2008

v i v i . . .

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.
Però ciò che é importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c'è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c'è un`altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arruginisca il ferro che c'è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!


Madre Teresa di Calcutta

domenica 14 dicembre 2008

P A U R A (prima Parte)

298 I. PAURA.

È una delle più consuete manifestazioni d’energia astrale; è prima nella lista, perché per la grande maggioranza rappresenta il Guardiano della Soglia e in ultima analisi è anche il male astrale fondamentale.

Ogni essere umano sa cosa sia la paura e la gamma delle vibrazioni di paura si estende dalle paure istintive del selvaggio, basate sull’ignoranza delle leggi e delle forze della natura, sul suo terrore del buio e dell’ignoto, alle paure oggi prevalenti di perdere gli amici e i propri cari, la salute, il denaro, la popolarità, per giungere infine alle paure dell’aspirante, paura di non riuscire, paura radicata nel dubbio, paura dell’annullamento o annientamento finale, paura della morte (che egli ha in comune con tutti gli esseri umani), paura della grande illusione del piano astrale, della fantasmagoria della vita stessa e anche paura della solitudine sul Sentiero e persino paura della paura stessa.

Questo elenco potrebbe essere esteso di molto, ma è sufficiente per indicare la prevalenza delle paure d’ogni genere.
Esse dominano molte situazioni e gettano la loro ombra su molti avvenimenti felici.

Esse ridu- cono l’uomo a un timido e impaurito atomo di vita senziente, spaventato di fronte alla meraviglia dei problemi dell’esistenza, consapevole della propria insufficienza, come uomo, a far fronte alle situazioni e incapace di abbandonare paure e perplessità ed entrare in possesso del suo retaggio di libertà e vita.

Talvolta la paura lo opprime così tanto da fargli temere per la propria ragione.

Il quadro non può essere che oscuro, perché la paura è l’energia astrale predominante di questo periodo e la sensibile umanità vi soccombe anche troppo facilmente.

Chiedete quali siano le cause fondamentali della paura.

Questa domanda, se fatta risalire abbastanza addietro nella storia esoterica del nostro sistema solare, non trova alcuna risposta plausibile.

Solo l’iniziato avanzato può comprendere.

La paura ha le sue radici nella trama e nel tessuto della materia stessa; è per eccellenza una formulazione o un effetto del principio mentale e un risultato dell’attività mentale.

Il fatto che uccelli e animali conoscano la paura, pone il soggetto su un piano più vasto che se si trattasse semplicemente di una debolezza uma- na o il risultato dell’attività relativa al funzionamento della mente umana. Essa non dipende dal fatto che l’uomo possiede una mente razionale; se egli usasse la ragione in modo corretto,

potrebbe eliminare la paura.

Essa consiste in ciò che viene definito Male cosmico, espressione altisonante, ma che significa ben poco.

299 Essa è inerente al fatto della materia stessa e al gioco degli opposti: anima e materia.

L’anima senziente di animali e uomini, nel subconscio è consapevole di fattori quali:

l. L’immensità del Tutto e il senso di oppressione che ne deriva.

2. La pressione esercitata da altre vite ed esistenze.

3. L’operare inesorabile della Legge.

4. Il senso d’imprigionamento, di limitazione e di conseguente inadeguatezza.

In questi fattori, che scaturiscono dallo stesso processo della manifestazione e la cui potenza persiste e cresce nel corso delle età, si trovano le cause di tutta la paura moderna e le basi di tutto il terrore, soprattutto quello puramente psicologico, ben diverso dalla paura istintiva dell’animale.

Dare spiegazioni più chiare e concrete a nulla gioverebbe.


A che servirebbe sentirsi dire che la paura è una qualità del male (o della materia) che colora o caratterizza fondamentalmente il corpo astrale o senziente del nostro Logos planetario?

Cosa ne ricavereste se accennassi al problema della grande Vita in cui viviamo, ci muoviamo e abbiamo il nostro essere, che anch’essa, sul suo piano cosmico, cerca la liberazione e affronta le proprie prove ed esperienze particolari?

Come trovare le parole adeguate per descrivere una lotta cosmica fra Vite dotate di una coscienza tanto impersonale e sublime da rendere ridicolo qualsiasi termine relativo alla vita umana, che inoltre non potrebbe in alcun modo trasmettere un’idea della verità o della re- altà?



Male cosmico, progressione cosmica o problemi cosmici possono ben essere rimandati a quel tempo lontano in cui gli aspiranti avranno conseguito la terza iniziazione, perduto ogni senso di separazione e, essendosi identificati con l’aspetto Vita e non con il lato forma, po- tranno in qualche misura penetrare nello stato di coscienza del nostro Logos planetario, perce- pire il Suo destino e avere una fugace visione della consumazione.

300 Limitiamoci dunque a volgere la nostra attenzione all’uomo, soprattutto all’uomo comune, e vediamo da dove provengono le ondate di paura che continuamente lo sopraffanno.

1. La paura della morte si basa:
a. Sul terrore del processo finale del distacco al momento della morte.
b. Sul terrore dell’ignoto e dell’indefinibile.
c. Sul dubbio dell’immortalità.
d. Sul dolore di lasciare i propri cari o di esserne lasciati.
e. Su antiche reazioni a morti violente subite in passato, profondamente annidate nel subconscio.
f. Sull’attaccamento alla vita della forma, perché la coscienza vi si è a lungo identificata.
g. Su vecchi insegnamenti errati riguardo al paradiso e all’inferno, entrambi ugualmente sgraditi come prospettiva per certi tipi di persone.


Parlo della morte conoscendo l’argomento sia dal lato dell’esperienza del mondo esterno che da quello dell’espressione della vita interiore: la morte non esiste.

Come sapete, vi è l’ingresso ad una vita più piena.

C’è libertà dagli ostacoli del veicolo carnale.

Il tanto temuto processo di distacco non esiste, salvo nei casi di morte violenta e improvvisa e, anche allora, di veramente sgradevole c’è soltanto un istantaneo e opprimente senso di pericolo e distruzione imminenti e una sensazione molto simile a una scossa elettrica.

Null’altro. Per l’essere poco evoluto la morte è letteralmente sonno e oblio, poiché la mente non è sufficientemente sveglia per reagire e il serbatoio della memoria è ancora praticamente vuoto.

Per il buon cittadino me- dio, con la morte il processo vitale continua nella sua coscienza e prosegue con gli interessi e le tendenze della sua vita.

La sua coscienza e il suo senso di consapevolezza rimangono inva- riati.

Egli non avverte una grande differenza, ci si prende cura di lui e spesso egli non si rende conto di avere attraversato l’episodio della morte.

301 Per i malvagi e crudelmente egoisti, per i criminali e quei pochi che vivono unicamente per ciò che è materiale si determina la condizione che definiamo ‘legato alla terra’. I legami che hanno creato con la terra e la tendenza terrena di tutti i loro desideri li costringono a rimanere in prossimità della terra e della loro ultima residenza terrena.

Essi, cercano disperatamente e con ogni mezzo possibile di ristabilire il contatto e rientrare.

In qualche raro caso, un grande amore personale per coloro che sono stati lasciati o il fatto di non aver adempiuto un dovere riconosciuto e urgente trattiene anche esseri buoni e interiormente belli in una condizione quasi analoga.

Per l’aspirante, la morte è l’accesso immediato ad una sfera di servizio e d’espressione alla quale è abituato e che riconosce subito come non nuova.

Durante le ore di sonno egli ha sviluppato un campo di servizio attivo e di studio. Ora egli vi trascorre sempli- cemente tutte le ventiquattro ore (per usare il concetto di tempo terreno) invece delle consuete poche ore di sonno.

Col passare del tempo e prima della fine del secolo, la morte sarà finalmente considerata inesistente, nel senso oggi inteso.

La continuità di coscienza sarà così sviluppata e un così gran numero di uomini fra i più elevati agirà simultaneamente nei due mondi, che i vecchi timori spariranno e il rapporto fra il piano astrale e quello fisico sarà così fermamente stabilito e scientificamente controllato che il lavoro dei medium in trance fortunatamente e giustamente cesserà.

La comune e ordinaria medianità con trance e le materializzazioni sotto controllo di guide per lo più indiane sono perversioni dei rapporti fra i due piani, proprio come le perver- sioni sessuali e le distorsioni dei veri rapporti fra i due sessi.

302 Con ciò non alludo al lavoro dei chiaroveggenti, per quanto limitato, o alle entità di alto calibro che si impossessano di un corpo, ma parlo degli sgradevoli fenomeni di materializza- zione, di ectoplasma e del lavoro cieco e poco intelligente compiuto da vecchi Atlantidei de- generati e da anime legate alla terra, i capi e le guide indiane di tipo comune.

Nulla c’è da im- parare da loro, ma ci sono molte cose da evitare.

Il regno della paura della morte è quasi sul finire e ben presto inizieremo un periodo di conoscenza e di certezza che reciderà alla base tut- te le nostre paure.

Trattando della paura della morte si può far poco, salvo elevare tutto il sog- getto a un livello più scientifico e insegnare alla gente a morire in questo senso.

Esiste una tecnica del morire come ne esiste una del vivere, ma in Occidente è andata perduta quasi del tutto e in gran parte anche in Oriente, salvo in alcuni centri di Conoscitori.

Potremo trattare ul- teriormente quest’argomento più avanti, ma il pensiero del necessario avvicinamento al sog- getto può rimanere presente nella mente dei lettori di questo libro, i quali leggendo, studiando e pensando potranno raccogliere materiale interessante, riunirlo e pubblicarlo.


2. Paura del futuro.

Questa paura tenderà ad aumentare e sarà ancora causa di molto tur- bamento nel mondo prima di essere eliminata. Essa deriva da tre facoltà umane:

a. Abiti mentali psicologici istintivi, profondamente radicati nella natura animale e che ri- salgono all’istinto primordiale di conservazione. Le razze selvagge ne sono tuttavia quasi e- senti. Lo stato mentale di guardare al futuro ‘anticipando gli eventi è una caratteristica pretta- mente umana ed è il germe della facoltà d’immaginazione, legata ai processi mentali, che col tempo si fonderà con la meditazione intuitiva unita alla visualizzazione, ciò che rappresenta la vera base d’ogni lavoro creativo. Ma ora è una minaccia e un ostacolo. Antiche sofferenze, atroci ricordi, sofferenze ossessionanti profondamente annidate nel subconscio affiorano spesso alla superficie, provocando una condizione di paura e angoscia che nessun ragionamento sem- bra in grado di acquietare.
303 I mezzi di comunicazione mettono anche la persona più insignificante in rapporto con le tragedie, le sofferenze e le disgrazie del fratello a migliaia di chilometri di distanza. L’attuale catastrofe economica ha creato una condizione di terrore di massa e, quanto più un individuo è sensibile, tanto più reagirà a questo stato mentale. La paura del futuro è quindi un’angosciante miscuglio di memoria istintiva ed immaginazione che anticipa e pochi sfuggono a questa mi- naccia. Preoccupazione e ansia sono la sorte d’ogni uomo e non possono essere compensate e superate da nessun altro fattore inferiore all’anima stessa.

b. I lampi di previsione emananti dall’anima che dimora nella coscienza dell’Eterno presente.

Quando il contatto con l’anima è fermamente stabilito e la coscienza del Conoscitore è sta- bilizzata nel cervello, la previsione non comporta terrore. Il quadro appare nella sua interezza e non come un barlume fugace e frammentario come accade attualmente. Il rimedio rimane quindi il medesimo: stabilire relazioni così strette fra anima e cervello, attraverso la mente ad- destrata e governata, in modo che causa ed effetto appaiano come una cosa sola e possano essere presi i giusti provvedimenti per affrontare la situazione correttamente e nel modo più van- taggioso.

La previsione raramente preannuncia felicità e la ragione è facile a comprendersi.

Il genere umano si trova al punto in cui il figliuol prodigo è cosciente della futilità della vita terrena.

Esso è pronto per considerare con attenzione il messaggio del Buddha, poiché per lunghi secoli è stato tormentato da guerre e carestie, dal desiderio e dalla lotta economica. Il panorama che scorge davanti a sé appare oscuro e minaccioso, carico di cataclismi e disastri.

304 Eppure, se gli uomini mettessero in atto il concetto di fratellanza, con tutto ciò che implica, nella vita e nel lavoro d’ogni giorno, in tutte le relazioni fra capitale e lavoro, fra governanti e popolo, fra le nazioni o fra le razze, sulla Terra emergerebbe una pace che nulla potrebbe sconvolgere.

Una regola semplice, eppure ancora ben lontana dalla comprensione mentale del- la maggioranza!


c. Un grande quantità di angoscia e paura individuale può affliggere un uomo pur senza avere alcuna relazione con ciò che lo riguarda.



È possibilissimo che un uomo provi i timori di altre persone, mentre nulla ha da temere per se stesso.

Può identificarsi a tal punto con i loro presagi di catastrofi future da interpretarli in relazione alle proprie esperienze future.

Egli non è in grado di dissociarsi dalle loro reazioni e assorbe una parte così grande del veleno presente nella loro aura mentale da esserne trascinato in un vero vortice di terrore e paura.

Eppure, se soltanto potesse vederlo, il futuro non gli riserva alcuna catastrofe.

Egli s’inganna, ma il corpo astrale e il plesso solare reagiscono come se fosse vero.

Purtroppo questo si verifica spesso ora che vi sono migliaia di anime sensibili che aspirano, inesperte nel trattare il karma mondiale, completamente aperte alla sofferenza degli altri e incapaci di distinguere fra il loro destino nel futuro immediato e il destino di altri nel loro ambiente.

Agli aspiranti più avanzati e a quelli sul Sentiero della Prova può capitare di entrare in contatto con antiche vibrazioni di male e miseria sul piano astrale, da lungo tempo passati e superati; oppure possono leggere un frammento degli archivi akascici riguardante sventure incombenti su un individuo o un gruppo, ai quali forse non assisteranno mai, ma essi riferiscono l’informazione a se stessi e di conseguenza ne soffrono.



305 3. Paura del dolore fisico.

Per molti questa paura è alla base di tutte le loro ansietà, anche se non se ne rendono conto. È effettivamente un risultato che scaturisce dalle altre tre categorie di paure: la tensione imposta al corpo astrale, la tensione causata dall’uso della facoltà d’immaginazione e la tensione del ragionamento nel sistema nervoso fisico.

Questo sistema diventa oltremodo ipersensibile e può provocare le più acute sofferenze fisiche. Malattie e af- flizioni che potrebbero sembrare di poca importanza al tipo comune più flemmatico, si aggra- vano fino a diventare una vera e propria angoscia. Coloro che curano gli ammalati dovrebbero tener conto di questo fatto e provvedere a ridurre la sofferenza fisica con sedativi e anestetici per evitare ulteriore e indebita tensione a un sistema nervoso già sovraffaticato.
Mi chiedete se approvo l’uso dell’etere e del cloroformio nelle operazioni e dei sedativi. Fondamentalmente no, ma temporaneamente lo ammetto certamente.

Quando il contatto con l’anima è fermamente stabilito ed è stata sviluppata la facoltà di entrare e uscire dal proprio corpo fisico a volontà, questi aiuti non sono più necessari.

Nel frattempo possono essere con- siderati misure d’emergenza, rese necessarie dal karma mondiale e dal punto d’evoluzione del genere umano. Naturalmente non mi riferisco all’uso di narcotici e droghe usati da persone i- steriche e squilibrate, bensì all’uso giudizioso di palliativi del dolore sotto la saggia guida del medico.



4. Paura dell’insuccesso.

È comune a molte persone in diversi campi. Paura di non riuscire a far bene, paura di non conquistare l’amore e l’affetto di coloro che amano, paura di essere disprezzati o guardati dall’alto, paura di non riuscire a vedere e cogliere le opportunità, sono tutti aspetti del complesso di paura che caratterizza la vita di molte persone di valore. Ciò può attribuirsi a un ambiente che non è congeniale ed è poco comprensivo, oppure all’impressione di non essere dotati di qualità adeguate al compito e, in molti casi, è radicata nel fatto che un uomo è un discepolo, o un’anima veramente grande, pronta a incamminarsi sul Sentiero della Prova.

306 Egli ha avuto qualche contatto con l’anima; ha scorto la visione e la possibilità; guarda alla propria personalità e la raffronta con il lavoro da compiere, con la qualità delle persone con le quali ciò l’ha messo in contatto.
Ne risulta un complesso d’inferiorità molto potente, poiché a- limentato da vere correnti di forza provenienti dall’alto.

Come sappiamo, l’energia segue il pensiero ed è colorata dalla qualità di quel pensiero.

L’uomo volge un occhio critico e disgu- stato alla sua personalità e così facendo alimenta proprio ciò che egli deplora, rendendosi in tal modo ancora più inadeguato al compito.

È un circolo vizioso che deve essere interrotto com- prendendo perfettamente la verità contenuta nelle parole: “Come un uomo pensa, tale egli è.” Soffermando l’attenzione sulla natura della sua anima onnisciente diverrà simile a quell’anima. Il suo pensiero si focalizza nella coscienza dell’anima ed egli diventa quell’anima che si manifesta per mezzo della personalità.

Questo non è che un breve riassunto delle principali paure che affliggono l’umanità e serve soltanto a entrare nel soggetto e offre l’occasione di dare alcuni suggerimenti pratici.

TRATTO da A.B. t. M.B.