domenica 8 novembre 2009

..l'uomo che scopre ...se' stesso

" L'ultima cosa che l'uomo scopre è sé stesso.



E' una verità strana, eppure universale, che la sete umana della conoscenza debba cominciare da quello che è più lontano e finire con quello che è più vicino.

L'uomo
primitivo ha studiato i cieli, ma soltanto l'uomo moderno comincia ad esplorare i misteri della propria anima.



Moltissimi uomini sono un mistero per sé stessi; molti sono perfino inconsci della esistenza del mistero.


Se
noi dovessimo domandare ad un uomo comune che cosa sia lui, l'essere umano vivente; cosa accada quando egli pensa, sente od agisce; e quale sia la causa della lotta fra il bene e il male, che egli pur sente entro il suo petto, non solo egli non saprebbe rispondere, ma le domande stesse gli apparirebbero strane e nuove.


Eppure, che cosa è più strano del fatto che un essere umano possa attraversare la vita, sopportarne le vicissitudini, soffrirne le miserie, comuni a tutti gli uomini, goderne i caduchi piaceri, portarne il perpetuo fardello, senza mai chiedere perché?


Se noi vedessimo un uomo viaggiare con grande incomodo e numerose difficoltà, e se chiestogli dove vada
ci sentissimo rispondere che questa domanda non gli si è mai affacciata alla mente, lo riterremmo certamente pazzo.


Eppure, questa è precisamente la condizione della maggioranza degli uomini nella vita comune.

Essi compiono il viaggio dalla vita alla morte, si arrabattano nel faticoso cammino della vita, e non
chiedono mai perché, o tutt'al più si pongonosuperficialmente il problema, senza curarsi poi in realtà di
trovare una risposta."

TRATTO DA : LA LUCE DELL'ANIMA del Dr.MarioRizzi

..il peccato abita in me

"Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me"

S.Paolo (Romani 7,15).